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“ J. F. Kennedy “
Monselice (PD)

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Schmitt Eric-Emmanuel,

Quando ero un'opera d'arte
Editore:
E/O, 2006

Ho sempre fallito i miei suicidi. Per essere esatti ho sempre fallito tutto: la mia vita così come i miei suicidi”.Così il protagonista del romanzo, Tazio, fa il bilancio di  una vita insignificante, all'ombra di due fratelli belli e famosi e pertanto decide di suicidarsi. Proprio mentre guarda il baratro, immediatamente prima di gettarsi, un famosissimo artista gli propone di mettersi nelle sue mani e di diventare la prima opera d'arte vivente.

Così il giovane disperato e l’artista eccentrico, avido di scandali e notorietà, stringono il patto.   In fondo Tazio non ha nulla da perdere, se non la libertà.
 Superate le sofferenze dovute alle operazioni chirurgiche, e ribattezzato Adam bis, diviene una celebrità e trova un senso alla propria esistenza, diventando  lo schiavo dell'artista che potrà esibirlo in tutti i musei del mondo come sua opera d'arte … finché non incontra un pittore e sua figlia   e si ribellerà.

"Passiamo la vita a lottare contro le certezze e poi, magari, i progetti più strampalati ci seducono immediatamente".

 E un buon progetto può essere l’accostarsi alla lettura di altre opere di questo narratore che invoglia e non ti fa staccare gli occhi dalle pagine, che sa descrivere con maestria, che ti sa far appassionare, entrare nel protagonista, pensare alla vita.

                                                                            Isabella Raccanello

 

 

 

Schmitt Eric-Emmanuel 

Oscar e la dama in rosa

Editore: Rizzoli BUR, 2006

Oscar è un ragazzino di nove anni malato di leucemia, senza più speranza di guarigione. All’angoscia della morte che si avvicina, Oscar si sente inoltre abbandonato dai suoi genitori, che non riescono ad affrontare il problema e sono soffocati dall'amarezza per la prossima perdita del loro unico figlio.
Il ragazzo non comprende i sentimenti dei genitori e li accusa di essere dei vigliacchi.
Nell'ospedale in cui è ricoverato, Oscar incontra una volontaria dal camice rosa, nonna Rosa. Subito l'anziana signora si affeziona al ragazzo e gli propone di fingere che ogni giorno corrisponda a dieci anni della sua vita; gli propone anche di scrivere ogni sera una lettera a Dio per sfogarsi, trovare coraggio e analizzare i suoi sentimenti.
Nei dieci giorni-anni che seguono, Oscar vive tante esperienze diverse tra loro. Grazie a nonna Rosa si riappacifica con i suoi genitori e capisce i loro sentimenti. Da parte loro, anche i genitori riescono a superare il blocco psicologico che li teneva lontani dal figlio. Alla fine del decimo giorno Oscar se ne va in silenzio, si addormenta per sempre lasciando sul comodino un biglietto: «Solo Dio può svegliarmi». La sua morte rende tristi le persone che lo amavano, ma allo stesso tempo rimane la gioia e l'amore che Oscar ha insegnato a tutti.
Lo
stile narrativo è facile alla lettura, semplice  e scorrevole. È un testo piacevole e snello,  nonostante il tema sia triste e complesso. Il libro ci spinge a riflettere sul senso della vita de della morte come eventi naturali.

Un altro tema importante è quello del coraggio, quello che serve ad Oscar per affrontare la morte e quello che i genitori devono imparare a trovare nei loro cuori per essere vicini al loro amato figlio.

È un libro molto educativo e bello che consiglierei a tutti.

                                                                                                    Matteo Luccato

 

 

 

ISIS J.F.Kennedy Monselice                                                                                                                                                             © raccisa 2006